Pubblicità abusiva/1 – Quando si rischia una strage impunita

Fino a ieri avevo una mia personale cartina della pubblicità abusiva lungo le strade d’Italia, fedele alla distribuzione territoriale del reddito e del traffico: tantissima al Nord, abbastanza al Centro e poca al Sud, prevalentemente verso Napoli. E, soprattutto, credevo che fosse pericolosa "solo" perché distrae chi guida. Ma quello che vedo in questi giorni a Bari mi ha smentito: sull’"aiuola" di un’uscita della tangenziale, staziona indisturbato un autocarro con tanto di pannelli che pubblicizzano un vicino acquapark. Altro che semplice distrazione, quindi!

Qui chi perde il controllo del proprio veicolo (cosa non rarissima in prossimità degli svincoli, per tutta una serie di motivi) rischia di infilarsi sotto il cassone di questo autocarro, facendo la fine raccapricciante dei due automobilisti coinvolti dieci giorni fa nell’incidente di Cessalto, ma senza una telecamera a documentarla e quindi senza suscitare un minimo di impressione collettiva. Non basta: il cartellone pubblicitario ha una grafica tale da confondersi con la segnaletica dello svincolo, rendendola illeggibile.

Mi sembra ce ne sia d’avanzo per far rimuovere subito l’autocarro: il comma 13-quater (aggiunto dell’articolo 23 del Codice della strada a fine ’99, dopo l’esperienza maturata in anni di confronti impari coi furbetti della pubblicità abusiva) lo consente nei casi di pericolo per la circolazione.

Certo, per chi prende l’iniziativa sono rogne. A me una decina di anni è capitata una querela perché avevo fotografato e scritto di una situazione analoga a Roma. Per carità, fui prosciolto, ma la sensazione è sempre quella: se fai il tuo lavoro come si dovrebbe (e allora certamente lo facevo,sempre), ti arrivano soprattutto rogne.

Se un poliziotto agisse sul caso di Bari, il proprietario dell’autocarro potrebbe presentare un ricorso, argomentando che l’autocarro è rimasto semplicemente in panne (anche se si trova parcheggiato in una posizione difficilmente giustificabile) e quindi non è da considerare come un mezzo pubblicitario, ma un semplice veicolo in sosta. E nemmeno in sosta vietata, visto che la tangenziale di Bari ha lo stesso traffico di un’autostrada (fa parte dell’itinerario internazionale verso il Salento, la Grecia e la Turchia) ma è classificata come strada extraurbana ordinaria e quindi non vi si applicano gli stessi divieti previsti per le autostrade, dove anche in caso di panne è obbligatorio sgomberare entro tre ore. Un’altra incongruenza del sistema italiano, dove le inadempienze legate alla classificazione delle strade (mai fatta in modo corretto, perché è impossibile conciliare precisione e rigidità richieste dal Codice della strada con le carenze delle strade e di fondi e personale) fanno sì che non ci siano sanzioni adeguate per il semplice motivo che certe situazioni secondo il Codice non dovrebbero esistere…

P.S. del 4 settembre: dopo una settimana il camioncino non c’era più e, quando sono ripassato di lì altre volte, non l’ho più trovato. Ora la stagione sta finendo e dubito che lo ritroverò. Non so se sia stato per il provvidenziale intervento di una pattuglia (di lì passano tutti, soprattutto i vigili urbani, che per raggiungere il loro comando devono proprio utilizzare quello svincolo), per uno scrupolo dell’interessato o per una pura casualità. Comunque, meglio così.