Aiuto, c’è il decreto legge

E così alla fine anche quest’estate abbiamo il nostro decreto legge con un altro bel giro di vite sul Codice della strada: tra poche ore sarà approvato dal Governo (i contenuti sono stati anticipati dal Sole-24 Ore a pagina 29 e saranno ripresi su www.ilsole24ore.com). Certo, il Codice – pur modificato in continuazione, soprattutto negli ultimi cinque anni – va aggiustato in varie parti. Ma l’intenzione dichiarata di queste modifiche è aumentare la sicurezza. E ho i miei dubbi che lo scopo venga raggiunto. Per tanti motivi.

Innanzitutto, c’è la solita questione dei controlli: inasprire le sanzioni non serve se poi la loro applicazione è resa aleatoria dalla scarsa vigilanza. Perché è inutile cambiare una legge senza aver provato seriamente ad applicarla ed è dannoso allargare la forbice tra l’entità delle sanzioni e la frequenza con cui vengono comminate: i cittadini finiscono col convincersi che è tutta una pagliacciata e quei (relativamente) pochi che incappano nelle nuove sanzioni si sentiranno ingiustamente penalizzati rispetto a tutti gli altri che la fanno franca. Non è questo il modo di convincere la gente a rispettare le norme.
Ma sui controlli c’è di più: paradossalmente, il decreto rischia di farli diminuire, almeno nell’immediato. Infatti, se anche sarà scritto in modo inappuntabile (e anche su questo le bozze che circolano in queste ore lasciano qualche dubbio), sarà u decreto “a perdere”, cioè destinato a decadere perché il Parlamento ora va in vacanza e al rientro non farà a tempo a convertirlo in legge. Quindi le forze dell’ordine sanno che applicarlo significa comminare sanzioni che probabilmente tra due mesi svaniranno di colpo e con effetto retroattivo (gli effetti dei decreti legge non convertiti cessano anche per il pregresso, salvo norme successive che li facciano salvi), con tutto il caos che ne consegue. E’ già successo in passato e gli agenti ne hanno già fatto le spese in termini di incertezza e aggravio di lavoro. In queste situazioni, nei corpi di polizia comincia un passaparola sotterraneo e inconfessabile: tutti invitano tutti a lasciar perdere, a far finta di non vedere certe infrazioni che con le nuove regole creerebbero problemi seri. E’ proprio questo ciò che desideriamo di ottenere col decreto?
Infine, l’alcol. Le nuove sanzioni andranno studiate attentamente per giudicarle, ma già da ora emerge un’incongruenza: il fermo amministrativo per tre mesi imposto al veicolo guidato da chi ha causato un incidente mentre guidava in stato di ebbrezza. Pensateci un attimo: il veicolo sottoposto a fermo è incidentato. Anzi, data la gravità di molti sinistri provocati dall’alcol, potrebbe essere semidistrutto. Fermarlo per tre mesi potrebbe semplicemente rimandarne la demolizione. O consentire di ripararlo con calma (la riparazione, nella pratica e aldilà di ciò che dice la legge, non appare incompatibile col fermo). Non so a voi, ma a me pare una cosa al limite del comico.

  • Henry |

    Speriamo almeno che non passi questa stupidaggine del divieto di guidare macchine sopra 50Kw per i neopatentati.
    Ma stiamo scherzando?
    Ma a questi la patente (di politici) chi l’ha data?

    [risponde Maurizio Caprino] Una cosa è consolante: i limiti per i neopatentati entrerebbero in vigore solo tra sei mesi, per cui c’è tutto il tempo per cambiare ancora la norma. Però è sconfortante cambiare e ricambiare nel giro di pochi mesi: a parte le difficoltà per famiglie e addetti ai lavori, non si dà un’immagine di serietà. Quella serietà che sarebbe necessaria, visto che le norme alla fine dovrebbero far capire che ora si fa sul serio per indurre la gente a non ammazzarsi per strada.

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